L’impegno di Acque Bresciane per la sicurezza del Lago di Garda
Un cantiere insolito, unico nel suo genere, è quello in fase di costituzione sulla riva di Toscolano Maderno, a ridosso della Cartiera e ad una lingua artificiale di terra che servirà per facilitare le operazioni di messa in lago della piattaforma sulla quale poi dovranno essere posizionate due camere iperbariche. Un intervento davvero unico*, che mette alla prova le competenze della società nella sfida sempre attuale della prevenzione e sicurezza. Non a caso Acque Bresciane da oltre 2 anni, ad integrazione del programma di manutenzione già esistente, ha avviato ulteriori ispezione periodica delle condotte sub lacuali presenti sul lago di Garda con un ulteriore piano EPRS – Emergency Procedure Repair System predisposto dall’Ing. Graziano Falappa e finalizzato a prevenire o ridurre i rischi di danneggiamento delle condotte, oltre che selezionare le procedure ed i mezzi da usare in un eventuale intervento di riparazione in emergenza.
La condotta sublacuale, caratteristiche
Il collettore fognario, gestito da Acque Bresciane, è stato realizzato sul finire degli anni ’80 ed è costituito da 2 condotte parallele in acciaio che convogliano in pressione i reflui fognari ancora da trattare, da Toscolano Maderno sulla sponda bresciana sino a Torri del Benaco sulla sponda veronese, in prossimità di Punta San Vigilio. Esso attraversa l’alto lago di Garda per una lunghezza di circa 7,3 km lungo un tracciato che raggiunge la profondità massima di -242 m. Una volta raggiunta l’altra sponda, i reflui fognari vengono a loro volta convogliati nel collettore veronese sino a raggiungere il depuratore di Peschiera del Garda in grado di trattare le portate dell’intero lago.
La problematica specifica e i primi interventi
Nel corso di una serie di ispezioni eseguite nel maggio 2017 si rilevò sulla superficie esterna delle condotte fognarie la presenza di alcuni aggregati e bioconcrezioni** generate da particolari batteri ed un conseguente fenomeno di biocorrosione o MIC (Microbiological Induced Corrosion); in gergo si definisce anche “pitting” e/o “vaiolatura”. Questo processo biologico, se trascurato può progressivamente portare ad una riduzione degli spessori resistenti delle tubazioni. Al fine di prevenire eventuali rischi di sversamento, furono quindi tempestivamente eseguiti tutta una serie di interventi di riparazione delle condotte sub lacuali in basso fondale (sino alla profondità di circa -40,0 m) mediante “clampaggio meccanico” esterno delle condotte stesse. Parallelamente furono eseguite delle ispezioni visive di dettaglio anche in alto fondale grazie ad un veicolo teleguidato ROV, riscontrando ulteriori punti di bioconcrezioni disposti su entrambe le condotte (da -40,0 m sino a -120,0 m di profondità).
Le ultime ispezioni e i nuovi interventi
Nell’ambito di una successiva ispezione, come da manuale, si è riscontrata una variazione in aumento rendendo necessario un complesso intervento di riparazione delle condotte in alto fondale, anche a profondità di circa 180 metri. Operazione dunque delicata che richiederà l’impiego di sub in saturazione iperbarica. Dal punto di vista operativo, gli interventi di riparazione altamente specialistici, affidati alla Ditta Drafinsub di Genova (come da regolare appalto) richiederanno l’impiego di una squadra di sommozzatori che per la prima volta al mondo si caleranno sul fondo del lago, ovvero in un bacino “chiuso” non raggiungibile da mezzi marini, sino alla profondità massima di -180 m, con possibilità di estensione operativa sino a circa -200 m. Per questo vi è stata la necessità di realizzare e allestire direttamente sul lago di Garda uno specifico pontone di appoggio per tutte le attrezzature necessarie.
Una task force di specialisti: Contestualmente alle suddette operazioni, sono stati consegnati alcuni campioni di bioconcrezioni al laboratorio dell’Università degli Studi di Brescia, coordinato dalla Responsabile Prof.ssa Pedrazzani e alla quale da Acque Bresciane ha affidato il compito di individuare ed accertare la tipologia e la natura dei ceppi batterici.
I costi
1.800.000 euro. Inizialmente ammontavano a 1.000.000 euro. A seguito delle contestuali ispezioni, si è reso necessario l’implementazione d’investimento.
Le tempistiche stimate: avvio e chiusura
20 novembre 2018- consegna ufficiale lavori alla ditta aggiudicatrice
28 gennaio 2019- Avvio predisposizione cantiere
16 febbraio 2019- termine predisposizione cantiere e contestuale avvio degli interventi
17-18 febbraio 2019- controllo omologazione da parte degli organi competenti RINA***
Dal 19 febbraio al 18 marzo 2019- rimozione delle incrostazioni e conseguente apposizione nei punti individuati delle “clampe” a fasciatura.
Dal 25 marzo al 27 marzo 2019- demobilitazione del cantiere
31 marzo 2019- consegna al demanio (salvo imprevisti)
Considerazioni finali: ad oggi, pur non verificandosi alcun sversamento di acque reflue, gli interventi si sono resi necessari al fine di scongiurare (o quanto meno di minimizzare) il rischio che le incrostazioni possano diminuire sempre di più lo spessore delle condotte, laddove sono state rilevate le bioconcrezioni e fenomeni di “vaiolatura”.