Ambiente, agriturismi lombardi sempre più green con concimi naturali da scarti in cucina e potature
Dare la possibilità di produrre compost e concime naturale partendo dai residui organici delle attività agrituristiche in un’ottica di economia circolare e sostenibilità. È la proposta avanzata alla Regione da Coldiretti Lombardia e Terranostra Lombardia, l’associazione per l’agriturismo e per l’ambiente promossa da Coldiretti.
L’obiettivo – spiega Coldiretti – è dare l’opportunità da una parte di favorire il compostaggio per i residui di cucina e per gli scarti di potatura del verde all’interno delle aziende semplificando l’iter burocratico, dall’altra di poter gestire i residui agroalimentari anche presso impianti di biogas per la produzione di concime naturale ed energia pulita. Si vuole quindi incentivare processi di recupero e di riciclaggio che mettano al centro gli agriturismi, per farli così diventare realtà sempre più green.
Una proposta nata alla luce delle modifiche al codice dell’ambiente introdotte dal decreto legislativo numero 116/2020 che ha escluso, a partire dal 1° gennaio 2021, i rifiuti delle attività agricole e di quelle connesse dall’ambito dei rifiuti urbani. “Queste novità – interviene Tiziana Porteri presidente di Terranostra Brescia – devono però tenere conto della peculiarità delle attività agricole, evitando il rischio di un aggravio di costi e oneri a carico delle imprese peraltro già virtuose nella gestione degli scarti organici”.
Per questo Coldiretti chiede ora al Mef di definire un regime transitorio che tenga conto del carattere speciale dell’attività agricola, esercitata da realtà imprenditoriali frammentate e differenziate sul territorio, dislocate al di fuori del perimetro urbano, anche in zone caratterizzate da notevoli difficoltà organizzative e logistiche per il raggiungimento. In tale ottica vale la pena ricordare come l’esperienza della Tari applicata alle attività connesse, in particolare agli agriturismi, abbia portato molti Comuni ad applicare proprio agli agriturismi le medesime tariffe previste per gli alberghi nonostante il chiarimento operato dal Consiglio di Stato con la sentenza n. 1162 del 2019 secondo cui una tale assimilazione non appare giustificata.