Simona Canipari porta Active Sport ai mondiali di paraciclismo: “Ancora non mi sembra vero”
Un sogno? No, qualcosa di ancora più grande. Per capirlo basta sentire l’emozione nella voce di Simona Canipari, e fare un viaggio nella favola della 52enne bresciana fresca della sua prima convocazione in nazionale, per i mondiali di Paraciclismo di Cascais (Portogallo), dal 9 al 13 giugno. La chiamata del ct Mario Valentini è arrivata domenica, in seguito alla doppietta – prova a cronometro e gara in linea – siglata dall’atleta di Active Sport nel 2° Memorial Valter Corradin di Dueville (provincia di Vicenza), ma a parecchie ore di distanza Simona da Villanuova sul Clisi stenta ancora a crederci. Non potrebbe essere altrimenti visto che sull’handbike ci è salita per la prima volta nel maggio del 2019, dopo un anno di ospedale in seguito all’incidente che l’ha obbligata alla sedia a rotelle. Due anni fa le prime esperienze col paraciclismo, poi lo stop per l’emergenza sanitaria, quindi il successo tricolore ad aprile a Marina di Massa. E la nazionale. “È successo tutto così in fretta – dice – che non mi sembra vero. Mi domandavo se il successo al Campionato italiano fosse stato un caso, invece lo scorso week-end ho capito che non è così. È l’impegno degli ultimi due anni che sta dando i suoi frutti. Io, appassionata di ciclismo da una vita intera, convocata per un mondiale: faccio proprio fatica a pensare sia tutto vero”. Invece lo è, come premio al coraggio di chi nonostante la sfortuna non ha mollato né lo sport né tantomeno l’amata bicicletta: prima arrivava a fare 15.000 km all’anno malgrado gli impegni lavorativi e la famiglia, poi l’incidente (proprio in bici) le ha sconvolto i piani. Ma Simona ha capito in fretta che non poteva fare a meno della sua passione.
Merito anche del progetto sport-therapy che Active Sport porta avanti da qualche anno insieme alla Casa di cura Domus Salutis, e che attraverso la testimonianza diretta dei suoi atleti e la possibilità di far provare le attività sportive ai ricoverati già durante il periodo di degenza, rende possibile il ritorno a una vita attiva. “È stato grazie a questo progetto – dice ancora Simona – che ho conosciuto l’handbike. Tornare in strada mi pareva una follia, ma non ho resistito: mi fa sentire bene, e sono tornata ad allenarmi insieme al gruppo con cui uscivo prima dell’incidente. Il mondiale? È già tantissimo esserci, non mi pongo aspettative. Se non quella di dare il massimo, come sempre”. La convocazione di Simona in nazionale è la ciliegina sulla torta dell’ottimo week-end degli atleti di Active Sport nel Vicentino, dove ha firmato una doppietta anche una Silke Pan in grande spolvero, e dove fra prove a cronometro e gare in linea sono arrivati altri nove piazzamenti sul podio, grazie ad Angela De Gregorio, Jenny Cottali, Omar Rizzato, Giuseppe Uberti, Christian Giagnoni e Mirko Testa, quest’ultimo a sua volta introdotto all’handbike dal progetto sport-therapy, e capace in breve tempo di ottenere risultati di spessore grazie a serietà e tanto allenamento. “Abbiamo ricevuto i complimenti dal tecnico della nazionale – dice il presidente Marco Colombo –, che vanno girati a tutti i ragazzi e al capitano Sergio Balduchelli per il grande impegno che ci mettono ogni giorno. Un plauso particolare a Simona Canipari: siamo davvero orgogliosi di lei. La convocazione in nazionale ha un grande valore, perché frutto del lavoro e dei sacrifici di una persona che malgrado un incidente particolarmente invalidante (la categoria WH1 accoglie le atlete col più alto livello di perdita funzionale, ndr) ha voluto immediatamente rimettersi in gioco”. Ce l’ha fatta, e presto porterà Active Sport fino ai mondiali.