I misteri della Franciacorta – la necropoli di Iseo

Ciao, per la nostra rassegna sui misteri oggi parleremo della necropoli altomedievale della Breda di Iseo.

La domanda che mi faccio e che ti faccio, e che probabilmente si sono fatti gli studiosi ma non che ha ancora trovato risposta è: chi era sepolto in quelle undici tombe?

Erano dei barbari? Forse dei longobardi? Erano forse uomini della scorta di un nobile e magari di una regina’

La scoperta dell’antichissimo cimitero, ancor oggi visibile e visitabile liberamente a Iseo, è avvenuta nel 1981, quando le undici sepolture sono state riportate alla luce. Per la verità vennero reperiti anche altri luoghi dedicati all’inumazione, come lungo via Cavone, la strada per il monte, in via Roma fuori dalla porta medievale della Mirolte e presso la pieve di Sant’Andrea. Queste ultime, però, non sono state recuperate e messe a disposizione dei curiosi, degli studiosi e dei visitatori. Quello che è certo è che tutte dovrebbero risalire al VI e VII secolo. Diversamente vi erano sepolture più antiche nella zona della stazione ferroviaria, risalenti all’epoca romana e scoperte nel 1883.

Nella necropoli della Breda tutte le sepolture sono orientate da Est a Ovest. Due cumuli sono della tipologia alla “Cappuccina”, riferibile alla tradizione romana, altre cinque sono a cassa, delimitate da muretti con malta o terra e quattro sono di tipo antropoide, ovvero con la parte all’altezza delle spalle più larghe. Avevano copertura fatta con lastroni in medolo. All’interno c’erano gli scheletri, tutti di adulti, posti in posizione supina col capo rivolto ad ovest. Chi erano? Al momento non vi è risposta, anche se è probabile pensare si trattasse di longobardi poiché in una delle tombe è stata trovata una fibbia barbarica. Sono anche stati anche reperiti alcuni cocci di ceramica compatibili a quella popolazione, che tanto ha influenzato Franciacorta, Sebino e Valcamonica. Il Lago d’Iseo fu luogo di invasioni prima e dominazione barbarica poi, come dimostra il fatto che Lotario I nell’837 donò “Hisegies” (Iseo) al monastero di Santa Giulia in Brescia con tutte le sue proprietà e corti. anche il nome della necropoli pare essere collegato a un toponimo longobardo che è Brayda e significherebbe luogo per il pascolo dei cavalli. Da capire è chi fossero le persone sepolte nella necropoli, che come spiega lo studioso Antonio Valsecchi nel suo testo “Archeologia Urbana di Iseo” si “trovavano vicino alle trade di transito verso la Valtrompia”.

Non solo: dalla Breda era facile anche raggiunger e Pilzone e da lì la via Valeriana, proseguendo verso la Valcamonica. Forse gli scheletri appartenevano a cavalieri, come indicherebbe il toponimo, e forse ai cavalieri che facevano da scorta a qualche importante personaggio nobiliare. Chissà se erano la scorta della regina Teodolinda, prima moglie di Agilulfo e poi di Autari. Era il XVI secolo e quindi l’epoca sarebbe compatibile. La leggenda narra che Teodolinda viaggio in Lombardia e forse sul Sebino, dove non è escluso possa esserci stata una battaglia o per qualche motivo alcuni suoi cavalieri siano morti. Si narra che la grande sovrana, icona del potere femminile durante il periodo longobardo sia salita fino alla Valle Camonica per convertire coloro che ancora non avevano aderito al cristianesimo. Lei e la sua corte trovarono rifugio sul Piano della regina, dove avrebbe nascosto il tesoro dei Longobardi. Tesoro che non è ancora stato trovato. E questo è un altro mistero.