Brescia: chiusura a sorpresa dell’azienda Timken, 106 dipendenti licenziati
Un’altra multinazionale nel settore della meccanica ha deciso di chiudere un sito produttivo in Italia. Dopo la vicenda della Gkn di Campi Bisenzio questa volta è la Timken di Villa Carcina, vicino Brescia, ad aver comunicato ai lavoratori la chiusura immediata dello stabilimento. Si tratta di 106 lavoratori che hanno perso il loro posto di lavoro e che da ieri sono in sciopero e presidio permanente. La multinazionale americana produce cuscinetti ingegnerizzati e prodotti per la trasmissione di potenza, dove, grazie a più di un secolo di conoscenza e innovazione, è tra i leader di mercato. Lo stabilimento di Villa Carcina, dedicato alla produzione di cuscinetti a rulli conici a fila singola per il mercato fuoristrada e ferroviario, è stato aperto nel 1978 ed acquisito da Timken nel 1996.
“Siamo rimasti particolarmente colpiti dal modo in cui i dirigenti di questa multinazionale hanno comunicato l’immediata chiusura dello stabilimento ai propri dipendenti, una comunicazione repentina che ha posto in grave difficoltà moltissime famiglie.
Alla luce di questo accaduto, abbiamo immediatamente presentato un’interrogazione alla Commissione Europea, richiedendo quali iniziative intenda mettere in campo per tutelare i lavoratori da tali licenziamenti da parte delle grandi multinazionali; abbiamo inoltre domandato se ritiene che esistano i presupposti per l’attivazione del Fondo Europeo di Adeguamento alla Globalizzazione o di altri strumenti europei a sostegno dei lavoratori. Infine, abbiamo richiesto se il gruppo Timken abbia giovato negli ultimi anni di fondi europei per aprire centri di produzioni in Paesi con un costo del lavoro minore, favorendo di conseguenza la delocalizzazione della produzione.”
Questo quanto affermano gli europarlamentari bresciani della Lega Stefania Zambelli e Danilo Oscar Lancini, firmatari di un’interrogazione alla Commissione Europea sulla vicenda.