Lombardia, i prodotti Dop e Igp valgono 2 miliardi. Brescia al sesto posto in Italia
La Lombardia con i suoi 75 prodotti tutelati è la terza regione italiana per valore economico generato da cibo e vini Dop e Igp, con un impatto complessivo da 2 miliardi e 73 milioni di euro per il 2020. È quanto emerge dall’analisi del ‘Rapporto Ismea-Qualivita 2021 sulle produzioni agroalimentari e vitivinicole DOP IGP STG’. Nella top 20 delle province italiane spiccano anche tre realtà della nostra regione: Brescia al sesto posto, Mantova all’undicesimo e Sondrio al ventesimo.
“I dati consolidati del 2020 – ha dichiarato Fabio Rolfi, assessore all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi della Regione Lombardia – testimoniano come la Dop economy sia trainante per l’economia e possa essere un valore aggiunto per tutta la filiera. C’è una lieve flessione rispetto al 2019, ma se si calcola che il 2020 è stato l’anno in cui è scoppiata la pandemia, si può notare come il comparto abbia retto e si sia confermato come una delle colonne portanti della nostra economia“.
“Nel comparto cibo – ha sottolineato l’assessore – siamo al secondo posto nazionale e al primo in quello dei formaggi, grazie alle nostre grandi Dop casearie conosciute in tutto il mondo. Ricordo che la Lombardia, prima regione agricola d’Italia, è anche ricca di produzioni che escono dal circuito delle indicazioni geografiche. L’impegno della Regione è quello di proseguire nel lavoro di valorizzazione e di legame indissolubile tra agroalimentare e territorio. Siamo entrati – ha aggiunto – nella top 10 anche delle regioni vitivinicole italiane. I nostri vini sono sempre più conosciuti e apprezzati nel mondo e grazie all’enoturismo possono essere sempre più una risorsa per il territorio che rappresentano“.
Sono 9.598 gli operatori lombardi delle filiere Dop e Igp: 5.686 nel campo del cibo e 3.912 in ambito vinicolo. Brescia con 697 milioni di euro (440 milioni per il cibo e 257 per il vino) è al sesto posto nazionale totale (al quarto nel cibo); Mantova con 456 milioni di euro (438 per il cibo e 18 per il vino) di valore alla produzione si posiziona all’undicesimo posto (al quinto nel comparto cibo) e figura nella top 20 anche Sondrio con 247 milioni (232 per il cibo e 15 per il vino).
“L’analisi di Ismea e Fondazione Qualivita – ha detto l’assessore – è chiara: la strategia vincente è quella di puntare forte a livello comunicativo sul concetto di Made in Italy, sulla sostenibilità ambientale delle filiere e sulla sicurezza alimentare che i nostri prodotti sanno garantire, anche per tutelare salute e benessere delle persone. Aspetti – ha concluso l’assessore Rolfi – che saranno sempre più centrali nelle scelte dei consumatori, sia in Italia che all’estero, e che dobbiamo salvaguardare da alcune folli scelte di Bruxelles“.