Grana Padano: aiuti per 200 mila euro al popolo ucraino
Il Consorzio per la Tutela del Formaggio Grana Padano, tramite la Croce Rossa Italiana, storico partner nelle attività benefiche consortili, ha deliberato di inviare formaggio e aiuti sanitari alla popolazione ucraina per un valore di 200mila euro. “Vedere la sofferenza di civili inermi, di bambini, anziani e mamme ha indotto il nostro Consiglio di Amministrazione ad un gesto di solidarietà che esce dal cuore di tutti noi – commenta il Presidente del Consorzio, Renato Zaghini – Speriamo che le diplomazie e l’appello del Santo Padre pongano presto fine a questa immane tragedia e che le preghiere illuminino e rinsaviscano le menti degli aggressori russi”.
“Dal 2014, dall’invasione russa della Crimea noi stiamo subendo l’embargo totale e da allora non più di un kg di Grana Padano va in Russia. La Russia stava diventando un mercato importante vicino alle 50.000 forme annue esportate al settembre 2014 – sottolinea il Presidente del Consorzio – Il Grana Padano DOP sarebbe entrato nella ristorazione del treno alta velocità Mosca/S. Pietroburgo, tratta di oltre sei ore in cui tutti i passeggeri avrebbero pranzato o cenato. Fino a quel momento le cose per noi in Russia andavano a gonfie vele. Poi il buio totale”. Quelle scelte non furono condivise dal Consorzio per le conseguenze che ebbero. “Allora ritenemmo che si sarebbero potute evitare le sanzioni occidentali che stimolarono le reazioni russe con l’embargo – ricorda il Direttore Generale del Consorzio, Stefano Berni – Ma visti i fatti di queste settimane, abbiamo dovuto constatare la feroce irrazionalità dell’imperialismo che trova nella guerra l’esaltazione dello spirito prevaricatore e autoritario che alberga in ogni dittatura”.
Il direttore generale del Consorzio sottolinea come il premier Draghi e il suo Governo stiano gestendo al meglio questa dolorosa e ingiustificabile emergenza. “Vogliamo che il genocidio dei civili ucraini cessi immediatamente, non tanto per riprendere le esportazioni, nulle da ormai otto anni e quindi non siamo mossi da una sorta di egoismo commerciale. Ci preme che si smetta di generare sofferenza, dolore e morte tra la gente che ha l’unica colpa di essere nata in quella fetta d’Europa”. Con questo obiettivo, conclude Berni, “un pizzico in più di determinazione e coraggio dalla politica italiana ed europea si impone, perché la guerra la proclamano e la gestiscono i big ma a soffrire e morire è la gente comune, come tutti noi”.