Il servizio civile compie 50 anni, 1,2 milioni volontari

Servire lo Stato con le armi della solidarietà: il servizio civile compie mezzo secolo e con questo spirito ragazzi e ragazze si mettono a disposizione della comunità. Sono 1,2 milioni quelli che dal 1972 hanno dedicato almeno un anno alla promozione della cittadinanza attiva in un servizio alimentato da fondi pubblici che in 50 anni ha cambiato nome, forma e regole ma che ha ancora un forte appeal nei ragazzi tanto che ogni anno tra 100 e 120 mila chiedono di partecipare al bando.

Nato, con la legge 772 del 15 dicembre 1972, la “legge Marcora”, il servizio civile si presenta come sostitutivo del servizio militare, al tempo obbligatorio per i ragazzi: è l’obiezione di coscienza all’arruolamento per motivazioni di pace, per un nuovo modo di servire lo Stato. “Voler essere utili allo stato ma senza accettare le armi, quindi una scelta pacifista, diede l’impulso all’obiezione di coscienza e quindi alla nascita del servizio civile”, dice Enrico Maria Borrelli, presidente del Forum del Servizio Civile, una trentina di enti del settore. Lui stesso è uno dei circa 500 mila obiettori che dal 1972 al 2004 (ultimo anno della leva obbligatoria) optarono per il servizio alla comunità invece che nelle caserme. Per gli obiettori l’impegno con lo Stato era di 24 mesi (poi ridotti), il doppio rispetto a quello dei soldati di leva: “era una penalizzazione, il servizio non era visto di buon grado, era una provocazione”. L’aspirante obiettore era anche sottoposto al giudizio di una commissione, composta da militari, preti e psicologi, per accertarne la reale motivazione. La svolta arriva nel 1998, con la riforma dell’obiezione di coscienza che diventa un diritto soggettivo: “una concessione dello Stato si trasforma in diritto inalienabile. E’ l’inizio di un cambiamento culturale”, osserva Borrelli.

Altra svolta, nel marzo 2001: la legge 64 istituisce il servizio civile su base volontaria, aperto anche alle donne, e nel 2017, diventa ‘universale’ (Scu), con l’aspirazione di renderlo disponibile a tutti i giovani. Nel frattempo il servizio di leva obbligatorio è abolito e la carriera militare aperta anche alle donne (1999). “Il servizio civile – prosegue Borrelli con l’ANSA – è importante per un giovane perché si sente utile, svolge servizi in progetti che vanno dall’ambiente al turismo sostenibile e allo stesso tempo è contrattualizzato dallo Stato. E’ una vera scuola di cittadinanza”. E qui, “si conoscono, si coltivano e si praticano i valori della Costituzione”. C’è un ‘fil rouge’ che lega gli obiettori di ieri e i volontari odierni: “è l’impegno per la pace che si costruisce con il benessere sociale e l’inclusione”.

Fra alti e bassi, il servizio civile ha dovuto fare i conti con le risorse e i posti disponibili sono stati altalenanti (zero nel 2012) ma per il prossimo bando, in uscita a metà mese, il loro numero sarà il più alto di sempre: 71.741. Un record. Un effetto delle risorse aggiuntive del Pnrr. “Il servizio può godere del Pnrr – precisa con l’ANSA Laura Massoli, direttrice dell’ufficio per il Scu del Dipartimento per le politiche giovanili e Servizio civile universale – Si tratta di 650 milioni per i cicli 2021-23. Questo permette l’accesso di un maggior numero di ragazzi anche se le domande sono ancora maggiori rispetto alle disponibilità. Sono numeri importanti – sottolinea – che ci permettono di tendere all’universalità del servizio civile proprio come vuole la legge”. “Il cinquantenario è una data importante per noi. Nel tempo, dalla sua nascita c’è stata un’evoluzione del servizio civile, prima era solo un’alternativa obbligatoria al servizio militare. Ma se il contesto oggi è diverso, la data ci riporta ai valori dello stesso servizio civile, che sono sempre il perseguimento della pace, dell’educazione alla pace, della difesa non armata e ‘nonviolenta’”. E pensando proprio ai nuovi contesti sociali e le nuove sfide a cui si aprono i giovani, il Dipartimento ha avviato delle sperimentazioni. A partire dal servizio civile digitale: saranno formati “9700 ragazzi ‘facilitatori digitali’ che supporteranno le attività di inclusione digitale e che si prevede formeranno un milione di cittadini. Come anche è in corso una sperimentazione sul servizio civile ambientale.

Insomma tematiche che interessano i ragazzi e che possono fare la differenza nel futuro del paese”. Intanto il Dipartimento sta organizzando, assieme agli enti Scu, le celebrazioni della terza Giornata del Servizio Civile Universale, fissata appunto al 15 dicembre, e dedicata quest’anno proprio alla pace. Per l’occasione, il 14 dicembre, un migliaio di operatori e volontari saranno dal Papa.