Consumo di suolo: a Brescia persi in media 15 ettari al giorno
Oltre l’importanza rivestita nella sfera ambientale e sociale, la necessità di tutelare il suolo emerge anche dai costi riconducibili al suo ‘degrado’. Quest’ultimi – secondo stime del Parlamento europeo – superano i 50 miliardi di euro all’anno per il solo territorio comunitario con un perdita aggiornata per il 2020 (secondo dati studio Divulga) di 5670 ettari con una media di oltre 15 ettari al giorno per una superficie nazionale complessiva occupata superiore ai 2,1 milioni di ettari (il 7,11 % della superficie nazionale).
“Dobbiamo difendere e far crescere il patrimonio agricolo e la disponibilità di terra fertile con un adeguato riconoscimento sociale, ambientale ed economico del lavoro nelle nostre imprese agricole – afferma il presidente di Coldiretti Brescia Valter Giacomelli – occorre accelerare sull’approvazione della legge sul consumo di suolo attesa da quasi un decennio e che potrebbe dotare l’Italia di uno strumento all’avanguardia per la protezione del suo territorio. Ma sono anche necessari interventi di manutenzione, risparmio, recupero e riciclaggio delle acque con le opere infrastrutturali, potenziando la rete di invasi sui territori, creando bacini per l’acqua piovana in modo da raccoglierla quando è troppa e usarla quando serve in modo da gestire gli effetti dei cambiamenti climatici e aumentare la capacità produttiva delle imprese agricole”.
Negli ultimi anni tra le più diffuse forme di consumo del suolo si sta consolidando anche l’istallazione di impianti fotovoltaici a terra. Un fenomeno che pone interrogativi circa l’opportunità di sottrarre terreni agricoli fertili e territori naturali che concorrono, in modo fondamentale, agli obiettivi di sostenibilità: “E’ fondamentale investire nelle fonti alternative di energia tutelando – al contempo – il suolo agricolo, in quanto bene comune – precisa Valter Giacomelli – è strategico che Regioni, di concerto con le autonomie locali, identifichino nelle aree da bonificare, nei terreni abbandonati, nelle zone industriali obsolete e soprattutto nei tetti delle strutture produttive anche agricole, il luogo idoneo all’installazione del fotovoltaico per la corretta produzione di energia da fonti rinnovabili”.
Ipotizzando, che sul 10% dei tetti sia già installato un impianto, il semplice utilizzo degli edifici disponibili potrebbe generare una potenza fotovoltaica compresa fra 59 e 77 GW: un quantitativo sufficiente a coprire l’aumento di energia rinnovabile previsto dal Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC) al 2030.
“Al 2050 – conclude Coldiretti Brescia con dati studio Divulga – il nuovo consumo di suolo potrebbe complessivamente superare in Italia i 155 mila ettari. In termini economici, tra il 2012 e il 2030, i costi riconducibili alla perdita di servizi ecosistemici potrebbero superare i 90 miliardi di euro, una situazione che dobbiamo tamponare immediatamente”.