Studi – i numeri del lavoro nel report del nostro osservatorio

I dati sull’occupazione riportati nel 24° report “Primavera 2023: tendenze, cambiamenti e incertezze” ci permettono di realizzare un’analisi di dettaglio sull’occupazione nelle province della nostra Regione.

OCCUPAZIONE COMPLESSIVA – Nel 2022 in Lombardia sono 4 milioni 424 mila gli occupati, numero ancora inferiore di 27 mila unità (-0,6%) rispetto ai 4 milioni 451 mila occupati del 2019. A Brescia 542 mila, meno 10 mila unità rispetto al 2019, ma nell’ultimo anno (2021-2022) tuttavia si segna un recupero, con 1.000 unità in più (+0,1%). Tra le 12 province lombarde 4 superano i livelli occupazionali pre-crisi: Lodi (+3,0%), Bergamo (+2,0%), Monza -Brianza (+1,9%) e Mantova (+1,1%); al contrario restano ancora sotto i livelli 2019 performando peggio della media regionale Pavia (-1,4%), Varese (-1,5%), Brescia (-1,8%), Como (-2,2%), Lecco (-3,9%), Sondrio (-4,1%) e Cremona (-4,5%).

«Il nostro Osservatorio MPI ha realizzato una panoramica sull’occupazione della nostra provincia che ci rende manifesta una buona ripresa dei livelli complessivi, seppur con un certo ritardo rispetto ad altri territori nel recupero dei livelli pre-pandemici – spiega Eugenio Massetti, Presidente di Confartigianato Imprese Brescia e Lombardia – Nel percorso di recupero dell’occupazione, la componente che ha risentito maggiormente dello shock è quella dei lavoratori bresciani occupati nel manifatturiero esteso (-5,6% la variazione tra 2019 e 2022) e Servizi (-17% variazione 2019-2022). Il traino degli occupati è dato dall’ottima performance del settore delle costruzioni dove i 46mila occupati a tutto il 2022 sono risultati in crescita tra il 2019 e il 2022 del 58% anche grazie ai vari “bonus casa”. Preoccupa ancora una volta, non tanto le entrate previste, a Brescia in aumento ad aprile 2023 del 4,7 rispetto ad un anno fa, quanto quelle professionalità di difficile reperimento: un lavoratore su due non si trova (il 49,2%) in aumento di 5 punti percentuali rispetto ad un anno fa. Ciò ci sollecita nel persistere nel nostro lavoro che si declina in un sostegno e un supporto a 360 gradi all’imprenditorialità, al sostegno nelle politiche attive del lavoro, ad una formazione sempre più mirata e professionalizzante, che possa orientare e formare i giovani verso le professioni tecniche per non restare indietro nel percorso di recupero e crescita della nostra economia. Solo le imprese, in particolare quelle piccole e medie, possono sostenere una sana occupazione e uno sbocco lavorativo garantito».

 

OCCUPATI PER SETTORE – Tornando allo studio elaborato dall’Osservatorio di Confartigianato Lombardia, a livello settoriale nel 2022 gli occupati lombardi non raggiungono i livelli del 2019 nel Manifatturiero esteso, contando 11 mila occupati in meno (-1,0%) e nei Servizi, settore in cui gli occupati scendono di 59 mila unità (-2,0%), con il 67% del calo determinato dalla riduzione del numero di occupati nel settore commercio, alberghi e ristoranti. Al contrario, nel settore chiave della ripresa post pandemia, le Costruzioni, nel 2022 si contano 49 mila unità in più (+20,7%). A livello provinciale nel Manifatturiero esteso l’occupazione recupera e supera i livelli 2019 a Lodi (+9,4%), Varese (+5,5%), Mantova (+2,9%), Lecco (+2,4%), Monza – Brianza (+2,2%) e Bergamo (+2,0%), mentre resta ampiamente sotto a Como (-6,8%), a Sondrio (-8,2%) e a Brescia (-5,6% con -11mila addetti); nei Servizi l’occupazione recupera soltanto a Monza – Brianza (+2,2%) e Lodi (+1,7%), posizionandosi entrambe tra le prime 30 nel rank nazionale, mentre riduzioni più marcate si osservano a Sondrio (-5,1%), Brescia (-5,5% con meno 17mila addetti nel trienni) e Varese (-6,4%); invece nelle Costruzioni dinamiche migliori della media regionale si osservano per Brescia (+58,4% e 17mila addetti – 12^ nella classifica nazionale), seguita da Mantova (+47,6), Bergamo (+34,7%) e Milano (+23,0%) mentre al contrario si registrano riduzioni della platea di occupati a Monza – Brianza (-5,2%), Lodi (-12,2%) e Lecco (-30,9%).

 

INDIPENDENTI E DIPENDENTI – Nel percorso del recupero dell’occupazione pre-pandemia, non ancora concluso per la nostra regione, la componente che ha risentito maggiormente dello shock è quella dei lavoratori indipendenti. Sono 844 mila nel 2022 gli indipendenti – imprenditori, liberi professionisti, lavoratori autonomi, etc. – pari a poco meno di un occupato su 5 (il 19,1% dell’occupazione totale), in calo rispetto al 2019 di 56 mila unità (-6,2%). A livello provinciale riduzioni più consistenti, rispetto al 2019, si rilevano per gli indipendenti di Sondrio (-25,3%), Lecco (-23,9%), Monza – Brianza (-19,7%), Cremona (-15,7%), Varese (-14,8%) e Lodi (-11,4%). All’opposto dinamiche positive di recupero 2019-2022 si osservano per Pavia (+0,4%), Brescia (+0,9%) e Mantova (+5,7%). I dipendenti, che sono 3 milioni 581 mila e che rappresentano l’80,9% dell’occupazione complessiva, salgono, rispetto al 2019, di 29 mila unità (+0,8%). Il recupero dell’occupazione dipendente è determinato dall’occupazione a tempo indeterminato (+2,0% sul 2019), mentre calano le figure a tempo determinato (-7,4%). Il mercato del lavoro va inoltre favorendo l’occupazione a tempo pieno (+1,4% sul 2019) rispetto al part time (-1,4%). A livello provinciale capacità di recupero più incalzanti rispetto alla media regionale della componente dipendente si osservano per le province di Monza-Brianza (+8,0%), Lodi (+6,3%), Bergamo (+3,7%), Sondrio (+3,5%), Lecco (+2,4%) e Varese (1,9%).

 

ENTRATE PREVISTE AD APRILE ’23 – Ad aprile 2023, complici le vacanze pasquali e il ponte del 25 Aprile e di fine mese, nella nostra regione la domanda di lavoro risulta vivace registrando rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente un incremento del +9,3% con 78 mila entrate previste nel periodo, 7 mila in più rispetto a quelle preventivate un anno fa. Nella nostra provincia di Brescia sono previste 10.950 entrate (+4,7% rispetto ad aprile 2022).

 

DIFFICOLTÀ DI REPERIMENTO – Persiste la problematica della difficoltà di reperimento: ad aprile 2023 le entrate di difficile reperimento si attestano al 46,6%, quota superiore di 1,3 punti rispetto alla quota rilevata un mese fa (45,3%) e di 3,8 punti superiore alla quota rilevata nello stesso periodo di un anno fa (aprile 2022). Tra le province lombarde a risentire di più di questa criticità, con difficoltà a reperire oltre la metà delle entrate previste, al primo posto troviamo Pavia (57,6%), seguita da Lodi (54,0%), Lecco (53,7%), Cremona (53,3%), Mantova (53,1%), Monza -Brianza (50,4%) e Sondrio (50,3%). A Brescia la difficoltà di reperimento personale dipendente cresce del 5% rispetto ad aprile 2022 toccando la quota di 49,2 punti percentuali.