Come tessere di un mosaico, il docufilm sulla cultura del lavoro a Lumezzane
La dedizione al lavoro è una peculiarità che connota profondamente la storia della Comunità lumezzanese. Gli echi remoti di un antico passato in cui in Valgobbia prendevano forma le “ferrarezze” si sono trasfusi, con sorprendente rapidità, nel ritmo armonico delle linee produttive che hanno portato molte aziende del nostro territorio a divenire leader mondiali nei rispettivi settori di competenza.
Come tessere di un mosaico – Lumezzane: un distretto industriale unico al mondo, il docufilm sulla cultura del lavoro a Lumezzane è l’ultimo atto di un percorso di studio, un viaggio nella storia e nella cultura del lavoro che ha portato a una serie di pregevoli iniziative, incentrate proprio intorno a questo tema e realizzate sul territorio del Paese nell’anno che vede Brescia quale Capitale italiana della Cultura, circuito del quale queste iniziative sono entrate a far parte. Le precedenti tappe di questo significativo percorso, che ha ricevuto anche il patrocinio del Consiglio regionale della Lombardia, sono state tre e con il docufilm in uscita viene tagliato simbolicamente un traguardo con cui si ritiene di completare la descrizione di quello che il lavoro ha rappresentato per la crescita e lo sviluppo della Valgobbia negli ultimi 150 anni.
Il 29 e 30 aprile 2023 Lumezzane è stata letteralmente inondata di colore con la realizzazione di un grande murale su circa 200 metri di muro nella via Garibaldi, nella zona ovest del Paese. Nel corso della manifestazione Street View Jam è stata realizzata un’opera collettiva da parte di oltre 60 artisti provenienti da tutta Italia e da alcuni paesi europei che hanno riprodotto, interpretandola con i loro colori, la cultura del lavoro in tutte le sue declinazioni. L’opera ha contribuito peraltro a recuperare una parte di immobile insistente sulla pubblica via che necessitava di un intervento di riqualificazione.
Il 9 e 10 giugno 2023 ha preso vita, nella piazzetta del Villaggio Gnutti, una bellissima narrazione teatrale sulla storia della frazione, scritta e diretta da Mariano Dammacco, con Serena Balivo e Silvio Castiglioni, dal titolo La Città ideale. L’appuntamento ha rappresentato un’occasione preziosa per conoscere meglio l’origine e lo sviluppo del quartiere, edificato negli anni Trenta del secolo scorso per dare alloggio ai dipendenti della ditta Eredi Gnutti. Un esempio di villaggio operaio, concepito a misura d’uomo, secondo criteri urbanistici moderni, testimonianza di un passaggio fondamentale nella storia delle relazioni industriali, a Lumezzane e non solo. All’interno di questa “Città” trovarono alloggio larga parte delle maestranze dell’azienda, oltre che una serie di servizi pubblici che può essere considerata assolutamente straordinaria, dati gli standard edilizi dell’epoca: dall’acquedotto dedicato al nuovo insediamento all’ospedale, dal cimitero all’albergo, dal ricovero per gli anziani all’asilo e alla scuola elementare, dalla chiesa al campo sportivo e al cimitero. L’evento è stato realizzato grazie al sostegno delle aziende Almag e Franco Gnutti Holding.
Dal 21 settembre al 15 ottobre 2023, grazie a una proficua collaborazione con il Photo Club Lumezzane e alla disponibilità della famiglia Zobbio che ha concesso la disponibilità dei locali, è stata allestita la mostra fotografica Metamorphosis – La trasformazione di un distretto industriale, presso la ex sede della ditta Sabaf in località Faidana. Nel capannone industriale che ospitò i reparti produttivi dell’azienda poi trasferitasi fuori Paese, i visitatori hanno potuto ammirare 100 immagini di storia del lavoro. Immortalati nei bellissimi scatti, selezionati dalla curatrice Sara Polotti, momenti di vita in azienda: donne e uomini al lavoro, vecchi opifici, i prodotti tipici della filiera locale, reparti e magazzini, uffici e macchinari ma anche scorci del Paese che non c’è più. E poi una apertura al futuro, con una sezione composta da opere dei tre fotografi Alessandra Albertini, Luigi Angelo Cocca e Tiziano Bellini che hanno completato l’allestimento con fotografie contemporanee da cui emerge un distretto industriale ancora vivo, perennemente in divenire, capace di aprirsi al futuro con idee, prodotti e processi sempre innovativi. A fare da cornice agli scatti, macchinari e utensili d’epoca, prestati da diverse realtà produttive del posto che hanno impreziosito l’allestimento rendendo la location ancora più adatta ad ospitare i contenuti proposti.
E nell’ambito della mostra (così come presso HU-BS Martinengo, lo spazio multimediale allestito da Fondazione Provincia di Brescia Eventi presso Palazzo Martinengo in occasione dell’anno di Brescia Capitale della Cultura) i visitatori hanno potuto già apprezzare una prima “pillola” di un paio di minuti del docufilm che rappresenta, come detto, l’ultima tappa di questo ricco percorso di iniziative che celebrano la storia e la cultura del lavoro a Lumezzane.
Come tessere di un mosaico – Lumezzane: un distretto industriale unico al mondo è il frutto di una collaborazione con Università Cattolica del Sacro Cuore, corso di laurea in Discipline delle arti, dei media e dello spettacolo della Facoltà di Lettere e filosofia – sede di Brescia, attraverso cui si è individuato nel regista Diego Veneziano il nome più adeguato per veicolare, con la forza delle immagini, i temi peculiari della locale vocazione al lavoro, in un documentario che vuole essere di promozione del territorio e delle sue tipicità. All’interno del film ampio spazio è dato alla voce di alcuni dei protagonisti della storia imprenditoriale di Lumezzane: rappresentanti di alcune delle molte dinastie industriali che hanno contribuito a costruire l’immagine del Paese in tutta Italia e nel Mondo. Come tessere di un mosaico vuole porre l’accento sulle straordinarie dinamiche che hanno portato Lumezzane a essere un vero e proprio unicum a livello mondiale, fino a essere citato da Forbes e Bloomberg quale incredibile risultato di una intraprendenza imprenditoriale che ha saputo ovviare, nei decenni della propria storia, a un contesto territoriale che tutto sembrava suggerire tranne che la creazione di così numerose realtà produttive. Il film è stato realizzato grazie al sostegno di dodici aziende, particolarmente significative per il comparto valgobbino e operanti in diversi segmenti del settore della lavorazione dei metalli, che hanno dimostrato una sensibilità e una lungimiranza non scontate nei confronti di progettualità ambiziose per la promozione del territorio: Almag, Becchetti BAL, Bonomi Group, Camozzi Group, Forelli Pietro, Gambari, Gnutti Cirillo, Idrosanitaria Bonomi, Ilcar di Bugatti, Mario Fernando Group, SIL – Industrie Saleri Italo, Zani Serafino.