A Palazzolo sull’Oglio la mostra Ceruti e Ghislandi: ritratti a confronto tra Brescia e Bergamo
Una mostra che riunisce due grandi pittori di Brescia e Bergamo nel Castello di Palazzolo sull’Oglio per celebrare la conclusione di Bergamo Brescia Capitale della Cultura 2023.
È Ceruti e Ghislandi: ritratti a confronto tra Brescia e Bergamo: la mostra che verrà inaugurata venerdì 8 dicembre alle ore 16:00 nei locali del Castello recentemente restaurati e allestiti come sede espositiva permanente.
Promossa dall’Amministrazione Comunale del Sindaco Gianmarco Cossandi e ideata grazie alla preziosa collaborazione con il Patrimonio Artistico di Banco BPM, la mostra ha ottenuto il Patrocinio di Bergamo Brescia Capitale della Cultura 2023 e sarà visitabile fino a domenica 7 gennaio 2024.
Una mostra unica nel suo genere poiché verranno esposte per la prima volta due importanti opere e messe a confronto sullo stesso tema – il ritratto – proponendo Palazzolo sull’Oglio come terra di confine e di incontro tra due dei più illustri pittori bresciani e bergamaschi: Giacomo Ceruti detto il Pitocchetto e Vittore Ghislandi detto Fra Galgario.
Una proposta culturale che si richiama anche alla storia stessa di Palazzolo, che nel Medioevo nacque appunto dall’unione di due comunità distinte, quella bresciana e quella bergamasca, divise solo dal fiume Oglio: un’unione (1192) sancita con una pace, dopo numerose e sanguinose guerre tra Bergamo e Brescia per il controllo del territorio. Sul fiume che divideva le due realtà sorsero da allora ponti che alimentarono scambi e relazioni.
GLI ARTISTI E LE OPERE
Giacomo Antonio Melchiorre Ceruti, detto il Pitocchetto, nasce a Milano il 13 ottobre 1698. Nulla si sa della sua formazione pittorica. Le prime opere sono di soggetto sacro e datate attorno al 1723, mentre il Ritratto del conte bresciano Giovanni Maria Fenaroli è del 1724 ed è considerata fra le sue prime opere di certa attribuzione. Nel periodo bresciano, che si protrae fino al 1733, Ceruti si impone all’attenzione della committenza della città. Nel 1736 si trasferisce a Venezia e poi a Padova. In Veneto esegue diverse opere a carattere religioso. Nel 1742 si sposta a Milano dove dipinge diversi ritratti per le più importanti famiglie della città; qui muore il 28 agosto 1767.
A Palazzolo sarà possibile ammirare il suo Ritratto di gentiluomo (prima metà del sec. XVIII, olio su tela): un personaggio di grande realismo ed efficacia, pigro e insieme consapevole della propria aristocratica posa; nobile protagonista, elegantissimo e austero, ed esempio dei soggetti della nuova ritrattistica del Settecento.
Giuseppe Ghislandi, in seguito chiamato Vittore, detto Fra Galgario, nasce a Bergamo il 4 marzo 1655, nel quartiere di Borgo San Lorenzo, in Città Alta. Dal padre Domenico ottiene le prime lezioni, ma la formazione vera e propria avviene a Bergamo. Nel 1675, a vent’anni, anche a causa di un diverbio con il padre, si trasferisce a Venezia.
È nel periodo veneto che prende forma la sua vocazione religiosa, che lo porterà a diventare frate laico, nell’ordine dei frati minimi di San Francesco di Paola, con il nome di Vittore.
Nei primi anni del Settecento Ghislandi torna definitivamente a Bergamo, dove vive e lavora nel convento del Galgario, da cui prende il nome. È da questo momento che inizia la sua completa affermazione professionale, sia presso la committenza pubblica e privata bergamasca sia, in generale, presso i collezionisti di tutta Europa. Si spegne a Bergamo nel dicembre 1743.
A Palazzolo sull’Oglio verrà esposta la sua opera Ritratto virile (1720–1740, olio su tela). Il dipinto rientra in una tipologia piuttosto ricorrente che propone il mezzo busto del personaggio: un uomo florido, dall’età apparente di circa cinquant’anni, all’interno di una cornice ovale. Unico invece è il ricorso all’espediente illusionistico della mano protesa oltre l’apertura e appoggiata sul davanzale in primo piano che dissimula la profondità della composizione. La foggia del vestire e la parrucca non troppo rigonfia portano a collocare il dipinto nella fase avanzata di attività del pittore, preludio all’evoluzione verso un maggiore naturalismo.
LA MOSTRA
Il raffronto delle due opere si propone di far conoscere al pubblico il sentimento e l’intenzione storica dietro all’arte del ritratto: già tra i più antichi generi pittorici, nel Settecento il ritratto si evolve e diventa un espediente per mettere in risalto la condizione dei personaggi, che amano celebrare la propria estrazione sociale.
Un’arte che in Ceruti porta i soggetti ritratti ad avere una caratterizzazione individuale e che in Ghislandi si manifesta in un raffinato e complesso gioco di relazioni artistiche e psicologiche.
Il dialogo tra le due opere ci riporta nel pieno della cultura artistica del Settecento tra Brescia e Bergamo, quando i ritratti non sono semplici rappresentazioni della fisionomia, ma, superando il piano documentale, mostrano sempre uno sguardo interpretativo dell’artista sul soggetto.
«Con questa importante mostra vogliamo valorizzare il ruolo di terra di confine e di unione della nostra Città, offrendo al pubblico, che auspichiamo numeroso, l’occasione di ammirare un confronto storico e artistico mai realizzato fino ad ora – commenta il Sindaco Gianmarco Cossandi –. Non solo. Come già per altri importanti eventi che hanno avuto luogo quest’anno, come la Marcia della Pace e l’Assemblea Generale di Confindustria Bergamo Brescia, Palazzolo sull’Oglio e la nostra Amministrazione si dimostrano attrattive a livello sovracomunale e in grado di costruire relazioni in maniera fruttuosa con importanti realtà private. Per la mostra, in particolare, la collaborazione con Banco BPM è stata ottima e desideriamo ringraziare Diana Vaccaro, Responsabile del Patrimonio Artistico di Banco BPM, e il suo team per la grande determinazione con cui ci hanno aiutato a organizzare questa iniziativa a favore della cultura del nostro territorio, proponendo un esempio di sinergia positiva e di grande qualità. Alla luce di questa esperienza, confidiamo che questa possa essere la prima di altre collaborazioni continuative per future esposizioni di importanti opere di Banco BPM, a vantaggio di una reciproca valorizzazione e della diffusione dell’arte sul territorio».
«Questa splendida mostra porta a compimento i numerosi progetti organizzati nell’anno di Bergamo Brescia Capitale della Cultura 2023: e se da un lato l’intento può sembrare quello di chiudere in bellezza, dall’altro in realtà l’auspicio è che quanto realizzato quest’anno sia il punto di partenza per una continua crescita su più fronti – aggiunge l’assessore alla Progettazione Culturale e alla Attrattività e Valorizzazione Turistica, Marina Bertoli –. Un ringraziamento speciale agli Uffici Comunali e alle realtà palazzolesi che hanno collaborato all’iniziativa, tra cui il Centro Artistico Culturale di Palazzolo (CACP) che da anni gestisce gli spazi espositivi, che abbiamo recentemente restaurato, della ex Guarnigione del Castello, nonché all’Istituto d’Istruzione Superiore Giovanni Falcone e i suoi allievi».
«Dal 2022 Banco BPM ha avviato un progetto di valorizzazione del patrimonio culturale con l’obiettivo di renderlo accessibile a un pubblico sempre più vasto, in un’ottica di restituzione alla collettività – dichiara Diana Vaccaro, Responsabile Patrimonio Artistico di Banco BPM – Questa mostra è stata accolta con entusiasmo sin dal primo momento, proprio per la possibilità di far dialogare due opere importanti della nostra collezione nell’ambito di Bergamo Brescia Capitale della Cultura. Il prestito al Comune di Palazzolo sull’Oglio dimostra ancora una volta come l’attenzione del nostro istituto ai territori di appartenenza, mediante la cooperazione tra soggetti diversi, possa portare beneficio culturale, sociale e anche economico alle comunità di riferimento».