18 spettacoli gratuiti in 18 comuni per celebrare la Giornata della memoria
In occasione della Giornata della memoria, sabato 27 gennaio, il Teatro Laboratorio dedica 18 giorni di spettacoli (a partire da venerdì 12) che toccheranno altrettanti comuni della provincia di Brescia, oltre a comuni fuori della nostra provincia e a numerose scuole. Spettacoli che toccano storie, testimonianze e personaggi diversi legati alla Shoah e che saranno tutti gratuiti.
Si parte con Il paradiso inaspettato – Ferramonti di Tarsia (di Lucilla Perrini – regia e interpretazione Sergio Mascherpa – scene Giacomo Andrico – costumi Mariella Visalli – musiche originali Claudio Smussi – luci Nicola Ciccone), la storia del più grande campo di concentramento in Italia: 92 baracche, 4.000 ebrei e antifascisti. La sua è una storia dimenticata, eppure sorprendente: grazie al comando che dirigeva il campo, agli internati che seppero, nonostante tutto, utilizzare al meglio in termini di crescita la loro prigionia, alla gente di Tarsia, che rischiò la vita per gli ebrei, Ferramonti fu davvero un “paradiso inaspettato” come scrisse il Jerusalem Post. Una storia che commuove e ci parla anche oggi.
Il paradiso inaspettato sarà venerdì 12 alle ore 21 al Teatro Le Muse di Flero, sempre alle 21 il 13 al Teatro comunale di Lograto, il 17 nell’Aula Magna Fleming di Mazzano, il 19 al Teatro Pax di Provaglio d’Iseo, il 20 all’Asilo dei Creativi di Corzano, il 21 Sala Polifunzionale di Orzivecchi, il 22 a Chiari (luogo da definire), il 23 al Teatro Aurora di Roncadelle, il 24 nella Sala Filanda di Bagnolo Mella, il 25 nel Teatro Comunale di Cellatica, il 31 al Teatro Agorà di Ospitaletto e il 2 febbraio Teatro dell’oratorio di Collebeato.
Il 18 gennaio, alle 21, a Verolavecchia nel Teatro Montini Sergio Mascherpa porta in scena Un uomo – Primo Levi. Primo Levi ha vissuto l’esperienza drammatica delle leggi razziali e delle loro conseguenze. Deportato, sopravvissuto alla tragedia dei campi di concentramento, in seguito rimpatriato in Italia attraverso un viaggio di ritorno lungo un anno, Levi ha sentito l’urgenza di scrivere i suoi ricordi di prigionia. “Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario” ha scritto. Uno spettacolo per non dimenticare, perché la nostra memoria civile sia viva.
Il 25 gennaio, alle 21, è la volta di Gino Bartali – Un eroe silenzioso (con Federica Molteni – regia Carmen Pellegrinelli) a Castenedolo nella Sala disciplini. Gino Bartali incarna il ciclismo eroico degli anni ’30. Ha un grande sogno: vincere Giro d’Italia e Tour de France nello stesso anno. Ma la Storia entra prepotentemente a cambiare per sempre la sua carriera: il Duce vede in Gino Bartali l’ambasciatore del fascismo nel mondo… Bartali non ci sta, aderisce come staffetta alla rete clandestina organizzata dall’arcivescovo di Firenze. Uno spettacolo per parlare dell’Italia al tempo del fascismo, della fatica dello sport e del silenzio delle azioni più coraggiose. Per raccontare la vita di un campione, ma soprattutto di un uomo che ha scelto da che parte stare.
Il Magnifico Impostore (di e con Alessandra Domeneghini – regia di Sergio Mascherpa) ci racconta la storia unica di Giorgio Perlasca. “Che cosa avrebbe fatto lei al mio posto?”. È questa domanda che Giorgio Perlasca rivolge a tutti noi. Metteremmo a rischio la nostra vita per salvare persone sconosciute? Sapremmo attingere a quella parte di noi che cerca di combattere l’ingiustizia? La storia di Giorgio Perlasca, del Magnifico Impostore, ci apre a tante riflessioni che si fanno strada in tutti noi. Il tempo in cui viviamo è un tempo difficile, e richiede spesso anche a tutti di fare appello alla forza morale che ci portiamo dentro. Il magnifico Impostore sarà, sempre alle 21, il 25 gennaio nell’ Auditorium Unità d’Italia di Cortefranca e il 31 gennaio al Teatro Comunale di Vobarno
Il 26 gennaio alle ore 21 Il circo capovolto a Rezzato Teatro CTM, per ricordare l’olocausto del popolo rom. Uno spettacolo vincitore del Palio Ermo Colle 2020, del Premio Mauro Rostagno 2021 e Catania Off Fringe Festival 2022 (di e con Andrea Lupo – regia di Andrea Paolucci). Lo spettacolo racconta due storie intrecciate, quella di Branko e quella di suo nonno Nap’apò, due generazioni di rom in questa Europa in cui le etnie nomadi vivono ancora vite “a parte”. Una generazione è finita nei campi di concentramento, l’altra nei campi rom nelle periferie. Branko si rifugia in un campo rom in Italia. Porta con sé 10 scatoloni con quel che rimane del famoso circo di suo nonno, che ha dovuto chiudere quando i nazisti ne hanno sterminato tutti gli artisti. Nel campo trova un gruppo di bambini che lo obbligano a raccontare la storia di quel circo, che è la storia della sua famiglia, ma anche la storia dell’Europa. Bambini che riusciranno a dar vita a un nuovo circo… un circo capovolto.
Sempre il 26 gennaio nella Sala consiliare di Castel Mella, La banalità del male con Sandra Cavallini. Rapporto su La banalitá del male porta in scena la riflessione di Hannah Arendt, fra le più lucide menti della filosofia mondiale, nel resoconto-reportage che scrisse in occasione del processo al gerarca nazista Eichmann. La capacità di giudizio che ci distoglie dal commettere il male non deriva da una particolare cultura ma dalla capacità di pensare: dove questa capacità è assente, là si trova la banalità del male.