Clima: la fotosintesi segreto della transizione green
Manzoni, ceo di Simbiosi: “La transizione? Occorre strutturare una società che sia sempre più integrata e smart”
Un nuovo studio pubblicato su Science Advances ha incorporato tre meccanismi fotosintetici che non erano stati precedentemente combinati in una TBM: acclimatazione fotosintetica alla temperatura, transgenici espliciti e ottimizzazione fotosintetica. I risultati dello studio sottolineano che i tre meccanismi fotosintetici inclusi sono fortemente supportati da osservazioni a livello fogliare, ma sono attualmente ignorati o considerati solo parzialmente. Le simulazioni dimostrano che modelli più avanzati di fotosintesi, che tengono conto di questi meccanismi, tendono a prevedere risposte più elevate alle condizioni di cambiamento climatico rispetto a rappresentazioni più basilari che non li tengono in considerazione o li considerano solo parzialmente. “L’anidride carbonica è l’elemento chimico alla base della fotosintesi, sia essa prodotta naturalmente o meno, comunque piace alle piante – ha rimarcato Piero Manzoni, ceo di Simbiosi azienda-laboratorio dove nascono tecnologie per un utilizzo del suolo ecosostenibile e impostato sull’equilibrio energetico, idrico e carbonico -. Le piante assorbono una notevole quantità di anidride carbonica ogni anno, frenando gli effetti dannosi del cambiamento climatico, ma al momento non è noto in che misura continueranno ad assorbire CO2 in futuro. L’anidride carbonica è l’elemento chimico alla base della fotosintesi, sia essa prodotta naturalmente o meno, comunque piace alle piante. Tanto da accrescerne notevolmente lo sviluppo all’aumentare della sua concentrazione. Questo è un fatto noto del quale però si sente parlare molto poco. Ancora meno, non è difficile capire perché, si sente parlare del beneficio di cui l’umanità può aver goduto in termini di disponibilità di risorse alimentari primarie proprio grazie all’aumento della concentrazione di CO2 e alla lunga fase climatica favorevole iniziata al termine della Piccola Età Glaciale (1350-1850 circa), giunta per altro ad interrompere soltanto temporaneamente un altro periodo favorevole ancora più lungo innescatosi al termine dell’ultima glaciazione”. Di più. “Molto di più invece si sente parlare del Costo Sociale del Carbonio, ovvero dei costi che potenzialmente l’umanità potrebbe dover fronteggiare a causa dei cambiamenti climatici innescati dall’aumento delle temperature medie superficiali, posto che questo aumento e quei cambiamenti siano per buona parte ascrivibili all’aumento della concentrazione di anidride carbonica. Piantare semplicemente alberi non risolverà tutti i nostri problemi e, nella migliore delle ipotesi, può aiutare durante un periodo di transizione in cui la società si allontana dai combustibili fossili. In questo senso occorre strutturare una società che sia sempre più integrata e smart. Piante, alberi, industria e città devono vivere in simbiosi per garantire il giusto equilibrio non solo energetico ma pure sociale”.