Un altro calcio è ancora possibile. A raccontarcelo la penna e la voce gentile di Riccardo Cucchi

Per 40 anni ci ha raccontato il calcio attraverso la sua voce, appellando come “gentili” i radioascoltatori e i telespettatori di turno, e non manifestando mai la fede per la sua squadra del cuore che ha rivelato solamente pochi minuti dopo aver appeso il microfono al chiodo.
Cresciuto alle spalle delle voci storiche come Sandro Ciotti, Enrico Ameri e Alfredo Provenzali, Riccardo Cucchi si definisce un artigiano della comunicazione che, nonostante la laurea e i concorsi vinti, ha imparato il mestiere “sporcandosi” le mani lavorando a fianco dei più esperti.
«La partita che ho commentato con maggiori emozioni – ha dichiarato durante l’intervista – è la finale mondiale del 2006, perchè gridare “Campioni del mondo” è il sogno di chiunque faccia questo mestiere. Al contrario – prosegue – non avrei mai voluto raccontare quell’Italia Serbia teatro del folle show dei tifosi serbi».
Ma ieri pomeriggio a Brescia ha portato “Un altro calcio. E’ ancora possibile”, il suo ultimo libro nel quale racconta, in un dialogo con l’editore Giuseppe Civati, come il calcio sia immerso nella vita; una sorta di carta assorbente che si impregna di tutto ciò di cui è impregnata la società. Un’ora e mezza tra esempi, aneddoti e racconti, dove l’attenzione dei presenti in sala è durata fino al 90° minuto, il tempo di una partita, ma ancor di più è stata alta “minuto per minuto” come titolo della trasmissione radiofonica che lo ha reso celebre..
https://youtu.be/E74tGG0MWYQ