A Pisogne in mostra Dadamaino a 20 anni dalla sua scomparsa

Dopo il successo della stagione estiva che ha sfiorato complessivamente le 10mila visite, dal 2 novembre all’8 dicembre Mirad’Or e la Chiesa di Santa Maria della Neve di Pisogne ospitano una retrospettiva dedicata a Edoarda Emilia Maino in arte Dadamaino (Milano, 1930-2004), una delle protagoniste dell’arte italiana del secondo Novecento, a 20 anni dalla sua scomparsa.

La mostra, dal titolo “L’alfabeto della mente”, è curata da Flaminio Gualdoni, a fianco dell’artista per decenni e già suo co-curatore alla celebre mostra della Biennale di Venezia nel ’90, ed è promossa dal Comune di Pisogne in collaborazione con l’Archivio Dadamaino di Somma Lombardo (VA), con il sostegno di Stucchi Servizi Ecologici.

L’esposizione propone una raccolta di opere che documentano la ricerca artistica di Dadamaino degli anni ‘70 e ’80, iniziata dopo l’eccidio nel campo profughi palestinese di Tell al-Za’tar, in Libano, dove persero la vita alcune migliaia di cittadini incolpevoli. Sconvolta dalla notizia, l’artista tracciò con un dito sulla sabbia una serie di segni cruciformi, una forma di protesta muta e impotente di fronte all’orrore. Nasce, in quel momento, l’Alfabeto delle mente (da cui prende il nome la mostra): un ciclo di opere su fogli e tela di piccole e grandi dimensioni tracciati da un unico segno che si ripete in modo ossessivo. Una sorta di lettera inventata, codice di un linguaggio personale indirizzato alla sofferenza dell’umanità, di qualsiasi natura e proporzione.
Negli anni l’artista individuerà sedici “lettere” che elaborano una sorta di scrittura non intellegibile. Dadamaino descrisse così la sua ricerca: “Si tratta di scrittura della mente, della mia: fatta di linee ora dense e marcate ora impercettibili e saltellanti […] sensibili alla pressione della mano che libera, corre e traccia senza premeditazione. Ma è chiaro che se la mano è guidata dalla mente, in questo caso lo è dall’inconscio“.

A Pisogne tre grandi carte saranno esposte alla Chiesa di Santa Maria della Neve, in dialogo con i meravigliosi affreschi del Romanino, mentre alcuni lavori di dimensioni diverse occuperanno lo spazio dell’intima e suggestiva installazione sull’acqua Mirad’Or.

La mostra è visitabile con ingresso libero nei seguenti orari:
Mirad’Or venerdì dalle ore 15.00 alle 18.00 e sabato e domenica dalle ore 10.00 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 18.00; Chiesa di Santa Maria della Neve da martedì a domenica dalle ore 10.00 alle 18.00, inclusi i giorni festivi.

L’esposizione fa parte del progetto “Pisogne Borgo d’arte contemporanea” promosso dal Comune di Pisogne con l’obiettivo di far diventare la cittadina del lago d’Iseo un hub di arte contemporanea.

L’ARTISTA

Edoarda Emilia Maino, conosciuta con lo pseudonimo di Dadamaino, nasce a Milano nel 1930.
Sin dal 1958 è protagonista della neoavanguardia italiana al fianco di artisti come Piero Manzoni e Enrico Castellani. Nel 1976 l’artista inaugura una nuova stagione di lavoro, alla quale, tra molte evoluzioni, resterà fedele sino alla fine dei suoi giorni, nel 2004. L’Alfabeto delle mente, è una scrittura iterativa sino all’ossessione di un repertorio di segni sempre uguali che elaborano una sorta di scrittura non intellegibile e priva di intenti significativi: ogni foglio è tracciato sempre da un unico segno, per ribadire che non sono possibili articolazioni e sviluppi oltre al puro tracciarsi dei segni. Ciò avviene tanto su fogli di piccole dimensioni, sia su grandi carte, 200 cm per 80, che si allineano uguali nell’esposizione. L’Alfabeto della mente avrà un’articolazione successiva nel 1978 con I fatti della vita, presentati nel 1979, in cui la quantità considerevole di fogli, ciascuno riempito da uno dei segni dell’Alfabeto delle mente, si dispone in un vasto spazio ambientale, sino alla versione di 560 fogli e tele nella mostra personale al PAC – Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano. Verranno poi le Costellazioni, in cui i segni sono semplici crampi della mano e occupano tutto lo spazio della superficie, e Passo dopo passo, in cui i grafemi si appoggiano su un supporto traslucido, come galleggiando nello spazio.

L’ARCHIVIO DADAMAINO

Costituito dagli eredi alla morte dell’artista, e di cui ora si occupano i soli soci fondatori Fernando Colombo e Nicoletta Saporiti, l’Archivio Dadamaino ha l’obiettivo di sviluppare la promozione e la tutela dell’opera di Dadamaino, di incoraggiare tutte le iniziative culturali atte a valorizzarne l’eredità artistica, di promuovere studi e indagini, di collaborare alla realizzazione di mostre monografiche e collettive presso gallerie e musei.20