Fondazione San Domenico: terminato il restauro dell’opera di Francesco Edallo
Il mezzobusto in terracotta era stato donato nel 2014 in occasione dell’intitolazione della sala Edallo.
Negli anni Duemila i locali del sottotetto dell’Austroungarico sono stati sottoposti a un importante intervento di riqualificazione, che ha consentito la creazione di ulteriori aule e di una nuova scala interna per accedervi.
Nel 2014, a poche settimane dalla scomparsa di Francesco “Checco” Edallo, il più grande di questi spazi è stato intitolato alla sua memoria, artista multiforme al quale si deve la fondazione della Compagnia del Santuario.
La famiglia, per l’occasione, aveva donato alla Fondazione un ritratto di Checco in terracotta, oltre ad alcuni abiti di scena.
Il mezzobusto rientra a far parte delle trenta opere esposte durante la mostra “Le vite del San Domenico”, realizzata in occasione dei 25 anni del teatro e stampata sul libro omonimo.
Lo Studio Restauro Beni Culturali di Paolo Mariani si è occupato recentemente del restauro di quest’opera, intervento terminato qualche giorno fa. E proprio oggi, durante un’ultima analisi del mezzobusto, Mariani ha trovato le impronte digitali che dimostrano che l’opera è stata proprio plasmata con le mani.
Nato a Crema nel 1961, Mariani si occupa di restauro, tutela e valorizzazione di Beni Culturali dal 1986. Si è formato alla facoltà di architettura del Politecnico di Milano e alla Scuola di Restauro di Botticino. Nel corso degli anni ha svolto attività di insegnamento in corsi professionalizzanti per restauratori e tecnici del restauro. Come restauratore lavora a Crema e nel cremasco ma ha avuto importanti esperienze professionali anche all’estero.
“Il pregevole busto in cotto raffigurante il nostro poliedrico regista e scrittore Francesco Edallo presentava una vistosa soluzione di continuità sul collo proprio nel punto di giunzione tra la testa e il busto. – spiega Mariani – Il cotto detto anche “terra cotta” è un materiale che deriva dalla cottura ad altissima temperatura dell’argilla. Se lavorato e cotto a regola d’arte, come in questo caso, ha una grande resistenza agli agenti atmosferici e agli sbalzi termoigrometrici. Può conservare la sua integrità anche all’esterno e anche dopo secoli. Lo dimostrano gli ornamenti in cotto della ex chiesa di Santo Spirito e Santa Maria Maddalena che si affaccia proprio nella piazza del Teatro.”
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“La terracotta però ha un difetto che lo assimila al vetro e che lo porta ed essere fragile alle sollecitazioni di taglio, cioè a tutto quello che è riferibile ad un urto. – continua Mariani – Le operazioni per il perfetto recupero della preziosa scultura si sono da subito concentrate nel creare una struttura di rinforzo all’interno dell’opera che è, come tutte le sculture in cotto, cava all’interno. Questo è stato possibile con una particolare resina da scultore. A seguire si è proceduto al risarcimento della frattura con una colla sintetica in uso nell’incollaggio di materiali porosi e permeabile immessa per inoculazione. L’operazione ha richiesto molta cautela specialmente nelle fasi di movimentazione data la fragilità dell’opera. L’intervento si è concluso con un puntuale ritocco pittorico ad acquarello.”
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Entusiasti e commossi i membri della Compagnia del Santuario, fondata da Edallo: “Ringraziamo la Fondazione San Domenico per l’attenzione e la cura delle opere d’arte di cui sono in possesso. Il busto di Checco Edallo gentilmente concesso dalla moglie Yetta e dal figlio Mattia per noi della compagnia è motivo d’orgoglio e non poteva essere collocata che nella sala a lui dedicata nel teatro che tanto ha amato. In questa opera noi non vediamo solo il suo busto ma contiene l’anima, il cuore, le mani che l’hanno plasmata, le braccia incrociate con lo sguardo che guarda in basso come a dire ‘attenzione che io vi guardo e sono vicino a voi’. Ringraziamo di cuore innanzitutto la persona che si è accorta del problema sull’opera di Checco, il signor Strada per aver fatto intervenire il restauratore, il signor Mariani, e infine la ditta Soffientini per aver sponsorizzato il restauro.”
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Soddisfatto il Presidente della Fondazione, Guido Giordana: “Siamo molto contenti del lavoro svolto da Paolo Mariani. Ci sembra doveroso rendere omaggio a Checco Edallo che rimane nell’affetto e nella memoria dei cremaschi. Quest’opera è un simbolo importante per il nostro territorio. Ringraziamo lo sponsor Impianti Soffientini che ha permesso la realizzazione del restauro.”.
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Durante la conferenza stampa, il Presidente ha anche annunciato i nomi dei consiglieri delegati alla Commissione Arte e Cultura: Arwen Imperatori Antonucci, Beatrice Terni de’ Gregory e Lavinia Contini.
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_“Questa nomina rappresenta per noi un’opportunità unica per contribuire alla promozione di progetti artistici e culturali di grande impatto per la nostra comunità e non solo. _– ha dichiarato Arwen Imperatori Antonucci, capofila della Commissione Arte e Cultura -_ La Biblioteca, che custodisce un patrimonio di pregio che merita di essere valorizzato, è attualmente oggetto di un importante intervento archivistico. Per quanto concerne invece la Galleria Arteatro, porteremo nuove proposte garantendo al contempo continuità agli appuntamenti che, negli anni, sono diventati una tradizione consolidata, come il concorso Fayer dell’IIS Munari in collaborazione con il Rotary Club Crema.”
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Arwen Imperatori Antonucci ha concluso invitando tutti a visitare la mostra “_Pinocchio vaga mondo”_ di Lino Monopoli, realizzata utilizzando materiali di recupero. L’esposizione, fruibile fino al 2 febbraio, veicola un importante messaggio di sostenibilità, tema particolarmente caro alla Fondazione.
In linea con il percorso ambientale avviato dal precedente CdA con l’efficientamento energetico del teatro, il presente Consiglio intende infatti proseguire nell’intento di potenziare le iniziative ispirate ai principi ESG (acronimo di Environmental, Social and Governance) per una gestione sempre più sostenibile e consapevole.
Si ringrazia lo sponsor Impianti Soffientini che ha permesso la realizzazione del restauro.
“Collaboriamo da tanti anni con la Fondazione, sia per la manutenzione che per le sponsorizzazioni – ha affermato Mattia Soffientini di Impianti Soffientini – Ci fa piacere aver contribuito alla realizzazione del restauro di quest’opera che aggiunge lustro e importanza alla sala Edallo.”.