Sold Out per gli spettacoli del Gruffalò e Lella Costa

SABATO 22 FEBBRAIO 2025 – ORE 16,30

IL GRUFFALÒ

 

DALLE DELIZIOSE RIME DI JULIA DONALDSON  UNO SPETTACOLO MUSICALE CHE PARLA ANCHE DI RISPETTO PER L’AMBIENTE

Regia e adattamento teatrale: Manuel Renga – Testo di Pino Costalunga e Manuel Renga – Con Ivan Portale, Carlotta Prando, Matteo Fresch /  Matteo Erli

Cosa fanno un gruppo di giovani amici in un bosco? Vanno a ripulirlo, direte voi, visto che si vedono all’inizio dello spettacolo proprio mentre lo stanno facendo. Ma a noi viene il dubbio che ci vadano per passare qualche giorno e, soprattutto, qualche notte, accampati in una tenda, ad aspettare il momento più bello della giornata, cioè quando, attorno a un fuoco, si racconteranno storie di paura. E cosa c’è di meglio di un bosco di notte per una bella storia di paura? Racconteranno la storia di un topolino che, affamato, decide di attraversare il bosco frondoso e pieno di insidie per trovare la ghianda che tanto gli piace e che incontra. Strada facendo, incontra tre brutti ceffi che lo vogliono mangiare: una volpe, una civetta e una biscia. Ma il furbo topolino è scaltro di pensiero e sa bene come cavarsela, con l’aiuto della sua grande Fantasia trova una soluzione che nessuno si può immaginare, nemmeno lui, forse: un mostro terribile dal nome assai noto ai bambini: IL GRUFFALÒ.

 

 

 

VENERDI 28 FEBBRAIO 2025 – ORE 21

LELLA COSTA

in OTELLO. DI PRECISE PAROLE SI VIVE

 

REGIA DI GABRIELE VACIS

Succede con i grandi autori, forse soprattutto con Shakespeare: i loro testi, le loro storie, i loro personaggi sono, letteralmente, immortali. Continuano a parlarci, a stupirci, a incantarci; a volte ci aiutano perfino a capire chi siamo, cosa ci sta succedendo adesso.
E quando incontri una di queste storie perfette in genere te ne innamori, e soprattutto ti rendi conto che non avrebbe alcun senso provare a inventarne un’altra per dire le stesse cose, ma che è lecito, forse perfino doveroso, continuare a raccontare quella. Precisamente quella.
E’ quello che è successo a Gabriele Vacis e a Lella costa.
E’ quello che li ha entusiasmati a tal punto da pensare di riportare in scena, dopo 24 anni, il loro Otello, preservando intatta la sostanza narrativa (Shakespeare) ma intervenendo e modificando quelle parti in cui l’attualità, o meglio la contemporaneità, richiedevano un aggiornamento. Quelle parti in cui lo stesso Bardo si divertiva a inserire allusioni e citazioni per noi incomprensibili, ma che sicuramente per gli spettatori dell’epoca erano chiarissime, e probabilmente molto divertenti.
Se poi ci aggiungiamo una trama folgorante, il cui riassunto potrebbe sembrare una notizia di cronaca di oggi (un lavoratore straniero altamente qualificato, un matrimonio misto, una manipolazione meschina e abilissima, un uso doloso e spregiudicato del linguaggio, un femminicidio con successivo suicidio del colpevole), allora ci rendiamo conto di quanto bisogno c’è di continuare a raccontare e ascoltare questa storia.